Il commercialista non deve essere un peso per l’azienda

Oggi prendo spunto da una risposta tramite mail di un imprenditore: ‘Ma te pare che se cio’ un’azienda in crisi te la mando a te, cosi la spolpi di quel poco che e’ rimasto. Povero illuso’.

All’imprenditore, presente nel mio database, avevo semplicemente inviato una newsletter riguardo alla diffusa situazione di crisi delle aziende. La mail continuava sottolineando la necessità di gestire la crisi aziendale già dal primo stadio, rivolgendosi ad professionista che preliminarmente analizza l’azienda e che propone le soluzioni disponibili.

Ho prontamente risposto all’imprenditore con un sentito e sincero ringraziamento per la sua sincerità perché, con tale risposta, ha colto nel segno la problematica della ‘gestione della crisi aziendale‘.

In primis la difficoltà maggiore è la cecità dell’imprenditore. La maggior parte non vuole o non riesce a riconoscere che la ‘momentanea mancanza di liquidità’ è la prima fase della crisi. Rivolgersi subito ad un professionista vuol dire sicuramente ‘proseguire l’attività in attivo’.

L’altra problematica emersa è legata alla visione del commercialista, visto solo come un peso per l’azienda. La necessità di un professionista a 360° è più che mai attuale. ( Questa visione è condivisa appieno dai colleghi del network www.consulentiaziendaliditalia.it )

Questo genera un meccanismo che porta l’imprenditore a gestire la crisi aziendale da solo senza l’ausilio di nessun professionista. Il che vuol dire: spendere del tempo facendo ciò che gli altri dovrebbero fare. Sicuramente il tempo necessario da dedicare alla gestione della crisi aziendale è notevole e gli imprenditori non ne hanno a sufficienza.

Inoltre come recita il codice civile ‘l’imprenditore è il soggetto che esercita un’attività economia al fine di produrre o scambiare beni e servizi in modo professionale. Le qualità imprenditoriali e professionali non si discutono, ma all’interno di un organizzazione i ruoli dovrebbero essere ben distinti ed ognuno deve essere specializzato nella propria materia. E’ ovvio che un bravo imprenditore tiene sotto controllo ogni singola fase; ma se spende il proprio tempo a presso a istituti di credito, avvocati, fornitori, come può tenere sotto controllo l’azienda?

A rafforzare questa visione c’è il fatto oggettivo che per ‘Gestire la crisi aziendale e ristrutturare i debiti‘ è necessario avere competenze trasversali di economia bancaria, di finanza, di economia, in materia fiscale, aziendale ed amministrativa. Come fa un imprenditore a studiare in così poco tempo tutto questo?