Tanti buoni motivi per credere come me nella mediazione

Io che solo per curiosità e non poca diffidenza mi sono avvicinata alla mediazione quando ancora pochi ne parlavano e coloro che lo facevano ne dicevano male, posso affermare con tranquillità e a prova di smentita che essa rappresenti il naturale riflesso del tracciarsi di un nuovo bisogno del mondo e meglio ancora della sua popolazione, perché le persone sono cambiate, hanno infatti maturato la necessità di risolvere, prevenire e sopratutto crearsi un’alternativa quando hanno un problema e hanno bisogno di speranza di sapere che possono lavorare per trovare una possibile soluzione a qualsiasi problema aprendo il dialogo. Credo nella mediazione quindi perché essa permette di trovare un’alternativa ispirandosi ai principi di dialogo, confronto, responsabilità, coerenza, onestà, rispetto ed eticità di ognuno di noi permettendo al tempo stesso di creare un’alternativa con tutti questi principi e facendo si che le persone siano responsabili delle proprie azioni con le relative conseguenze.

Termino con una frase che calza a pennello con quanto detto:

“Arguments are to be avoided; they are always vulgar…” di Oscar Wilde

Traduzione

“I litigi sono da evitare, sono sempre volgari e spesso convincenti.”

E se non vi è sufficiente il mio intervento pro-mediazione continuate a leggere cosa ne dicono altri soggetti super-partes.

Gesù mediatore

Per la Editrice Monti è uscito il saggio del Prof. Paolo Salvatore Nicosia “Gesù mediatore: Cristo, la Legge e il giudizio”. La bella prefazione di Padre Aleandro Paritanti introduce a una profonda analisi del rapporto tra religione, fede, vita sociale e “vera giustizia”.
Riportiamo un breve brano e consigliamo la lettura a tutti i mediatori (per professione e non) per comprendere ancora di più la missione dell’uomo sull’esempio di Gesù Cristo.
“Nei Vangeli c’è posto anche su come mettere in pratica la giustizia “umana”, come quella scritta negli accordi genuini tra le parti. E’ quella che Gesù indica nel Vangelo secondo Matteo (cfr. Mt 18, 15-20), ai due fratelli che confliggono, consigliando loro la reciproca ammonizione, che spesso porta a guadagnare nuovamente un valido rapporto. […] Se poi quel fratello non ascolta e non si trova l’accordo, ecco che Gesù consiglia di rivolgersi a terze persone (potrebbero essere dei conciliatori) che possono dare una mano preziosa a chi litiga, per favorire il rispetto reciproco e l’autenticità, che essi stimolano col fatto di essere testimoni. […] La giustizia del non giudizio non è fondata su norme perfezionate rispetto alle precedenti, altrimenti ricadremmo nello schema che Gesù mette in crisi della concezione classica della Legge come finalità cui uniformarsi per essere graditi a Dio e agli uomini. La novità è costituita dall’amore, che porta oltre il do ut des della giustizia classica”.

Matrimonialisti: atteggiamenti bellicosi tra genitori separati. Occorre mediazione preliminare.

È Ettore Bassani, Presidente nazionale dell’associazione avvocati matrimonialisti italiani, uno dei primi a commentare la recente sentenza della Cassazione che esclude l’affido condiviso in caso di conflittualità tra i genitori. “Purtroppo nel nostro Paese – ha dichiarato il Presidente dei matrimonialisti – almeno l’80% dei coniugi/genitori coinvolti in procedure di separazione e divorzio giudiziali vivono l’esperienza processuale con un atteggiamento bellico e di rivalsa nei confronti della controparte”. A pagare i danni di tali atteggiamenti sono i figli, come rileva Gassani: “spesso tali conflitti si consumano alla presenza dei figli – ha proseguito il matrimonialista – che subiscono danni irreparabili dal punto di vista psicologico. Pertanto litigare davanti ai figli, come già sancito dalla Suprema Corte in passato, costituisce un maltrattamento nei confronti di questi ultimi. Un genitore maltrattante non può essere anche affidatario o coaffidatario dei propri figli. Così, nell’ipotesi di ostilità di un solo coniuge nei confronti dell’altro vittima di aggressioni verbali o giudiziarie, l’affidamento condiviso non può essere applicato. Proprio perché rappresenta il principio della bigenitorialità, non può essere concesso con un prestampato per il solo fatto di essere genitori'”. Soluzioni? “Mediazione familiare preliminare”, ha chiosato Gassani sottolineando come il considerare la separazione come una guerra sia tipico del nostro paese. La mediazione – ha da ultimo dichiarato il Presidente Gassani – “ha la stessa funzione di un’anestesia totale mirante a lenire il dolore di chi si sta separando e rischia di strumentalizzare i figli”.