I prossimi mesi saranno pieni di novità: hai la strategia giusta per coglierle tutte?

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Quando il piano B è migliore del piano A
Nonostante sia già finito il primo trimestre, mai come quest’anno occorre essere pronti e sapersi adattare.
Siamo a marzo 2021 e le imprese hanno già impostato il budget e le strategie per il 2021.
Partiamo da un presupposto fondamentale: è un anno atipico, forse più del 2020. Questo perché la presunta ripresa post covid non è ancora partita del tutto.
E’ in dubbio per la prossima settimana un nuovo blocco (o comunque forti limitazioni) per molte attività produttive; nei prossimi giorni dovranno essere pubblicati ulteriori decreti con la previsione di ristori, proroghe e nuovi incentivi ed agevolazioni.
Il tutto in un’alea di dibattito e incertezza. Cosa fare quindi?
Sicuramente è opportuno seguire il proprio piano A, ma attuare ragionamenti paralleli e costruire dei “piani di riserva”. La pianificazione diventa fondamentale e avere chiari gli obiettivi è sicuramente utile.
Il MISE ha reso noto che nel primo semestre verranno rese note nuove indicazioni operative per il piano Transizione 4.0: si preannunciano aumenti di aliquote ma anche ulteriori oneri ancora non definiti.
Ulteriormente resta da capire se il piano Colao verrà realmente attuato, in tutto o in parte.
Ad oggi sappiamo con certezza il lancio di queste cinque misure:
1. Fondo Salva Aziende
Si tratta di un Fondo destinato al supporto finanziario di aziende in crisi temporanea o in amministrazione temporanea.
La dotazione iniziale è di 300 milioni di euro e ricadrà nel Temporary Framework.
Il Fondo si affianca al Fondo Patrimonio Rilancio, di prossima attivazione e controllato da Cassa Depositi e Prestiti.
2. Bando Macchinari Innovativi
E’ alla Corte dei Conti il decreto che apporta ulteriori 93,5 milioni di euro per il Mezzogiorno.
La misura riguarda le PMI di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. E’ prevista per aprile l’apertura del secondo sportello con una dotazione aggiuntiva di 132,5 mln di euro.
I programmi di investimento ammessi hanno come obiettivo la creazione di una nuova unità produttiva o il cambiamento fondamentale del processo di produzione.
L’agevolazione riconosciuta è un mix tra contributo in conto impianti e un finanziamento agevolato, per una copertura fino al 75% delle spese ammissibili
3. Bonus Sud Biennio 2021-2022
A seguito della proroga prevista dalla nuova Legge di Bilancio, la misura è stata prevista per il nuovo biennio. Vengono quindi apportate modifiche al modello di comunicazione da inviare all’Agenzia delle Entrate prevedendo specifiche di progetto e un’apposita sezione per l’indicazione di aiuti di Stato e in de minimis.
4. Fondo Patrimonio Rilancio
Dovrebbe essere operativo entro fine mese.
Il fondo che gestirà operazioni di capitalizzazione delle grandi imprese, attualmente è stato approvato il provvedimento dalla Corte dei Conti e a giorni dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta.
Le risorse iniziali sono circa 40 miliardi di euro e possono valere sul Temporary Framework.
5. Simest
Sono stati stanziati ulteriori 2 miliardi di euro che andranno a coprire le domande in esubero del 2020.
Inoltre Simest ha approvato il nuovo plafond previsto per il Temporary Framework con un incremento da 800.000,00 a 1.800.000,00 €; per questo motivo le imprese beneficiarie saranno chiamate ad inviare una nuova dichiarazione integrativa secondo le istruzioni fornite da Simest, pena perdita del beneficio.
Accanto alle misure di prossima definizione ci sono anche alcune in scadenza o che subiranno modifiche. In questo labirinto di date, numeri e decreti, riuscire a non perdersi nulla è davvero difficile. Per il momento, ricordiamo le proroghe e le scadenze imminenti.
Imposta sui servizi digitali
La scadenza prevista per il prossimo sedici di marzo è stata prorogata a maggio. Il provvedimento definitivo è in corso di redazione e promulgazione.
Crediti di imposta per l’editoria
Ricordiamo che al 31 marzo scadono il Tax Credit pubblicità e i Tax Credit per la Stampa periodica italiana all’estero e l’Editoria speciale periodica. Le misure prevedono Iter differenti. Per ulteriori approfondimenti potete scriverci su ask@opentorino.it.
Credito Investimenti e Bonus Sud: un 95% che fa gola
Aspetti di cumulabilità tra due misure a sostegno degli investimenti

Il Bonus Sud è stato prorogato per il biennio 2021-2022 dalla nuova Legge di Bilancio.
Dall’altro lato c’è il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, con un aumento delle voci di spesa ammissibili e un aumento di aliquote (ma solo per il 2021).
Con i numeri delle due misure sembra possa arrivare a fruire di un credito fino al 95% del costo dell’investimento. Un’opportunità che certo non è da farsi scappare. Approfondiamo gli aspetti principali delle due materie e la possibilità di cumulare le due misure.

Le misure a confronto – Credito investimenti

Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi sostituisce dallo scorso 2020 la precedente disciplina dell’iper ammortamento. La misura, a carattere generale, riguarda gli investimenti in beni strumentali nuovi sostenuti nell’arco temporale tra il 16 novembre 2020 ed il 31 dicembre 2021, o fino al 30 giugno 2022, nel caso in cui entro il 31 dicembre 2021 siano soddisfatti i seguenti requisiti: ordine di acquisto sottoscritto dal fornitore e versamento di un acconto pari almeno al 20% del valore di acquisto (anche in caso di leasing finanziario).

Le categorie di beni rientranti nel credito sono:
1. Beni strumentali materiali rientranti nell’allegato A ex L. 232/2016 o anche definiti “beni 4.0”
2. Beni strumentali immateriali rientranti nell’allegato B ex L. 232/2016
3. Beni strumentali materiali ordinari
4. Beni strumentali immateriali ordinari
5. Beni strumentali materiali e immateriali finalizzati allo smartworking.
Di seguito si riporta una tabella riepilogativa con le aliquote ed i massimali di investimento, per il 2021, confrontando le novazioni normative rispetto all’esercizio 2020.
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si rende noto che il MISE ha comunicato che entro il primo semestre 2021 verranno fornite ulteriori indicazioni circa il Piano Transizione 4.0. Circa l’assenza di una normativa di coordinamento, si può assumere la data del 16 novembre 2020 quale spartiacque per la corretta applicazione delle discipline (Tali specifiche sono sorte durante un incontro organizzato da Federmacchine e Anima con Marco Calabrò, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico tenutosi lo scorso 10 febbraio 2021) .

I soggetti beneficiari sono tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito. Possono accedervi anche dagli esercenti arti e professioni, ma solo per i beni strumentali ordinari.
La fruizione del beneficio è subordinata al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, che deve essere comprovato al momento della fruizione del credito (Sole 24 Ore – L’esperto Risponde dell’8 marzo 2021).

L’utilizzo del credito è possibile esclusivamente in compensazione tramite F24 e non è soggetto a limiti di compensabilità. La suddivisione in quote annuali (tre per il 2021) non pregiudica la possibilità di utilizzare anche solo parzialmente il credito e di poterlo sfruttare negli esercizi successivi.
Sarà anche necessario l’invio di una Comunicazione al MISE, i cui contenuti e modalità di invio verranno esplicati idealmente entro la prima metà dell’anno. L’invio della comunicazione non pregiudica l’accesso e l’utilizzo del beneficio fiscale poiché il documento ha meri fini statistici (Avvertenza MISE 29 dicembre 2020).

Bonus Sud

E’ anch’esso un credito di imposta riconosciuto in caso di investimenti (anche tramite leasing finanziario) facenti parte di un progetto di investimento iniziale e relativi all’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

A differenza del credito di imposta sopra esaminato esistono alcuni limiti all’accesso: non si applica infatti ai settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo. L’agevolazione, inoltre, non si applica alle imprese in difficoltà’. In ultimo, occorre essere titolari di reddito di impresa (Circolare 34E 2016 §2).

Inoltre deve riguardare investimenti iniziali ai sensi del Regolamento UE 651/2014 art. 2 punti 49, 50 e 51, casistiche che riguardano:
– al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie imprese, al 25% per le grandi imprese per le Regioni Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Basilicata e Sardegna;
– al 30% per le piccole imprese, al 20% per le medie imprese e al 10% per le grandi imprese, per le Regioni Abruzzo e Molise.

L’accesso all’agevolazione prevede la sottomissione di una domanda all’Agenzia delle Entrate, attraverso la compilazione di un apposito modulo.
Con il protocollo n. 65238/2021 dell’Agenzia delle Entrate è stato pubblicato un nuovo modello, a seguito dell’estensione temporale della misura, che potrà essere utilizzato a partire dal 31 marzo 2021 in sostituzione del precedente.
Le novità presenti nella modulistica riguardano essenzialmente il campo descrittivo dell’investimento, attraverso cui il beneficiario dovrà dimostrare la funzionalità dell’investimento, consentendo al Fisco di non esprimere eventuali riserve sulla natura dell’investimento da agevolare. Per tale ragione si consiglia di effettuare la comunicazione in maniera preventiva, così da essere certi prima di sostenere l’investimento, dell’ammissibilità delle voci di spesa ai sensi della disciplina di tale credito.
E’ stata inoltre inserita una sezione dedicata agli aiuti di Stato, compresi gli aiuti de minimis, al fine di valutare la cumulabilità dell’investimento.

L’utilizzo del credito è previsto anche in questo caso esclusivamente tramite F24 e non è soggetto a limiti di compensabilità.

Cumulabilità tra le due misure.

Con la Risposta n. 157 del 05 Marzo scorso, l’Agenzia delle Entrate ritorna sul merito della cumulabilità tra le due misure.
Innanzitutto occorre considerare che, nel caso sia possibile il cumulo tra due o più misure, non potrà in alcun modo essere superato il 100% del costo sostenuto. Ciò significa che non è ritenuta lecita alcuna forma di sovrafinanziamento degli investimenti sostenuti.
Nel caso di specie, il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi è una misura di carattere generale e di natura fiscale che, come tale, non può configurarsi come aiuto di stato. Per tale motivo è possibile cumulare le due agevolazioni, purché il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento.

In precedenza, l’Agenzia si era già pronunciata sul tema con la Risposta 360 del 16 settembre 2020. In questa sede l’Agenzia non si è limitata a sancire la piena cumulabilità tra le due misure ma ha ribadito il fatto che già l’iper ammortamento era stato considerato cumulabile con il Bonus Sud. Per tale ragione, essendo il credito di imposta misura analoga all’iperammortamento, gode dello stesso trattamento, potendo quindi essere cumulato con il Bonus Sud.

Nell’eventualità in cui l’investimento sia soggetto a ulteriori misure agevolative, tipiche di alcuni settori di attività (es- PSR), occorre prestare attenzione alle regole di cumulo e ad eventuali massimali previsti.
Per ulteriori informazioni o approfondimenti, il nostro indirizzo ask@opentorino.it è sempre disponibile.

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