Il Rendiconto finanziario

A partire dall’esercizio avente inizio dal 1.1.2016, le imprese che redigono il bilancio in forma ordinaria sono obbligate a presentare il rendiconto finanziario (nuovo articolo 2423 c.c.), che è stato recepito dai principi contabili con il documento OIC 10.

Il Rendiconto finanziario espone le variazioni finanziarie intervenute nel corso dell’esercizio e illustra tutti i flussi in uscita (impieghi) e in entrata (fonti) delle disponibilità liquide.
L’obiettivo è quello di capire se l’azienda ha generato nuova liquidità ovvero ha ridotto quella di cui disponeva.

Al di là dell’obbligo fissato dal codice civile, le imprese meglio gestite e organizzate provvedono già a elaborare questo documento che costituisce un fondamentale strumento di controllo di gestione, la cui attenta lettura e interpretazione consente di misurare e interpretare le criticità finanziarie e di adottare le politiche necessarie per porvi rimedio.

Per elaborare il Rendiconto finanziario i flussi di cassa in entrata e in uscita sono classificati in tre aree:

1. Gestione reddituale o attività operativa, comprende i flussi connessi all’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi. Consente di misurare la liquidità prodotta o assorbita dalla gestione caratteristica o corrente dell’azienda; in altre parole consente di capire se il cosiddetto core business dell’impresa genera o meno flussi finanziari.

2. Attività di investimento, si classificano i flussi finanziari derivanti dagli investimenti e dalle dismissioni. Consente di valutare l’impatto delle scelte strategiche in relazione alle politiche di investimento aziendale.

3. Attività di finanziamento, i flussi in entrata e in uscita derivano dai rapporti con i finanziatori, i soci (aumento capitale, distribuzione utili, ecc.) e altri soggetti (accensione e rimborso finanziamenti a lungo termine e/o a breve termine).

La somma algebrica dei flussi derivanti da ciascuna area determina la variazione netta delle disponibilità liquide nel corso dell’esercizio.

E’ opportuno soffermarsi sulla prima area, quella della gestione reddituale, che dovrebbe rappresentare la più importante fonte di generazione di liquidità, in altri termini dovrebbe generare autofinanziamento.

Una gestione operativa che produce flussi positivi consente di finanziare le attività di investimento e il rimborso dei finanziamenti. In altre parole un flusso positivo dell’area operativa significa che la gestione produce nuove risorse finanziarie.

Per una corretta analisi dei flussi non è sufficiente il valutare il risultato finale, positivo o negativo, ma è necessario capire anche in che modo si è generato il flusso.

Il Rendiconto finanziario della gestione reddituale può essere ottenuto con due metodi, diretto e indiretto. Il metodo diretto implica l’analisi dei singoli flussi finanziari generati dalla gestione, mentre quello indiretto (il più utilizzato nei bilanci italiani) consiste nel determinare il flusso partendo dal risultato d’esercizio e apportando le opportune rettifiche.

In un’ottica di controllo di gestione il metodo diretto è certamente quello che consente di valutare al meglio la performance dell’impresa individuando i singoli elementi che hanno contribuito a generare flussi positivi e quelli che invece hanno bruciato liquidità.

In definitiva il Rendiconto finanziario è uno strumento utilissimo che, affiancato dallo studio di altri indicatori aziendali, consente di tenere sotto controllo la gestione finanziaria e di capire la capacità dell’impresa a far fronte agli impegni assunti.

Dott. Luciano Ledda
Email: l.ledda@studio-ledda.com
Tel. 0785748145