Come ottenere ricavi dalla tua azienda: dalla mappa strategica al cruscotto di controllo!

Pensa alla tua azienda come ad un albero che debba produrre quanti più frutti possibili. Questi frutti saranno i suoi ricavi, ma per far sì che se ne possano raccogliere si dovrà seguire un percorso preciso, ben studiato e definito, soprattutto si dovrà controllare costantemente che non occorrano imprevisti o, in tal caso, che si riesca a superarli…

L’azienda è un organismo complesso, vivo, costituito da molti processi interconnessi. Se riuscirai ad averne cura quotidianamente, eviterai con il massimo successo tutte le possibili cause di crisi.

Il Cruscotto di Controllo può condurre la tua azienda a generare i frutti sperati, monitorando costantemente ogni area ed attività ‘chiave’ della tua azienda, approfondisci come su http://www.imprenditoreitaliano.it/cruscotto-di-controllo

Infatti, affinché l’albero aziendale prosperi e cresca, è necessario che l’imprenditore tenga sotto controllo tutti i processi, per individuare quali sono le azioni (cause) che conducono agli obiettivi (effetti), fino a giungere all’obiettivo finale, che è il profitto.

La fitta trama di cause ed effetti che portano al profitto può essere schematizzata in una MAPPA STRATEGICA, una vera e propria rappresentazione concettuale dell’azienda, suddivisa nelle sue quattro aree fondamentali: 1)l’area finanziaria ed economica; 2) l’area cliente; 3)l’area dei processi interni; 4) l’area della crescita e dello sviluppo.

Guarda gratuitamente questo video in cui ti spiego come costruire una MAPPA STRATEGICA

Per ogni area la mappa individua le azioni che portano al miglioramento di ciascun settore aziendale.

La mappa strategica, tuttavia, ha bisogno di uno strumento di misurazione, che permetta di stabilire se le azioni (cause) che conducono alla realizzazione degli obiettivi (effetti) stanno effettivamente avendo un impatto positivo sulle performance aziendali.
Lo strumento di misurazione, complementare alla mappa strategica, prende il nome di CRUSCOTTO DI CONTROLLO.

Noi abbiamo trasformato il cruscotto di controllo in uno strumento chiaro, economico e semplice da utilizzare, che consente all’imprenditore di seguire la sua azienda giornalmente, senza sorprese.

Con il Cruscotto di Controllo, avrai sempre al tuo fianco uno strumento che ti permetterà di monitorare la tua impresa, nella massima sicurezza e tranquillità!

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Come costruire un piano di risanamento sostenibile, per convincere i creditori e salvare l’azienda. VIDEOFORMAZIONE + EBOOK GRATIS PER TE!

Per poter uscire da una crisi e trovarne la sua soluzione, mi trovo spesso a trattare con i creditori dell’azienda (siano essi fornitori, banche, erario o chiunque altro), cercando di trovare in tutti i modi un accordo con loro su dilazioni e modalità di reintegro dal debito.

Per convincere un creditore ad accettare le mie condizioni devo rassicurare e dare lui certezze su COME l’azienda intende uscire dalla crisi, cioè quale sarà il suo comportamento futuro, per garantire la continuità e, quindi, il pagamento dei debiti. Ciò è possibile presentando un piano di risanamento che sia credibile e sostenibile.

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Durante le fasi finali della ristrutturazione, un ruolo centrale è giocato dal piano di risanamento, che contiene la strategia futura dell’azienda, finalizzata al risarcimento dei debiti e alla continuità aziendale. Il piano costituisce l’agenda operativa dell’impresa, per uscire con successo dalla crisi.

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Il piano di risanamento è una relazione scritta, composta da vari documenti, la quale essenzialmente contiene:1) la proposta di ristrutturazione; 2) il piano industriale completo. Il tutto entro un orizzonte temporale minimo di almeno 5 anni.

Con la prima, l’azienda fa vedere come intende ripagare i debiti nel tempo (fissa dunque tempi ed importi, in relazione a tutti i creditori coinvolti).

Con il piano industriale, invece, l’azienda mostra quale sarà il suo comportamento futuro, per garantire l’afflusso di redditività; redditività necessaria per tornare competitiva e disporre delle risorse per soddisfare i creditori.

Il piano include il budget economico, lo stato patrimoniale preventivo e il budget dei flussi di cassa. L’azienda deve poi allegare un’analisi di mercato, con tutte le strategie funzionali al reperimento di nuovi clienti. Nel piano, infatti, le previsioni non possono essere puramente teoriche, ma occorre dare un segno tangibile dell’azione futura dell’impresa.

Insomma, l’impresa deve rispondere alla domanda: “COME intendi raggiungere gli obiettivi prefissati?”.

Un piano realizzato con serietà mediante dati oggettivi, misurabili e verificabili, genera sicuramente la fiducia dei creditori, ed agevola la trattativa verso la piena soluzione dell’accordo.

Con la VIDEOFORMAZIONE GRATUITA di questa settimana, voglio proporti un estratto del mio MASTER IN SOLUZIONE CRISI AZIENDALI: cinque minuti di lezione, in cui spiego come va strutturato un vero piano di risanamento aziendale.

Ti ricordo che il MASTER SULLE SOLUZIONI CRISI è GRATIS e farà tappa questo mese, il 27-28 NOVEMBRE a TORINO, un evento in cui abbiamo ottenuto anche il riconoscimento di 12 CFC per tutti i COMMERCIALISTI, AVVOCATI e CONSULENTI DEL LAVORO d’Italia!

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E in più riceverai gratuitamente il mio ebook Le crisi d’Impresa: analisi e cause, primo volume della mia collana Gestione e soluzione delle crisi aziendali, bestseller su Amazon.

In questo testo introduttivo, propongono una disamina dei fenomeni che possono innescare le perniciose crisi di liquidità, all’interno dell’azienda. È importante conoscere dove possono annidarsi le inefficienze e gli errori, per poter predisporre una strategia di prevenzione.

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E se la tua azienda si trova in grandi difficoltà, se i debiti attanagliano la tua attività e ti impediscono di continuare a lavorare in tranquillità, allora forse devi RISTRUTTURARE I DEBITI DELLA TUA AZIENDA. Puoi rivolgerti ad un servizio fatto da assoluti professionisti ed esperti risanatori aziendali contattandoci al seguente link:

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Hai anche la possibilità di richiedermi una consulenza gratuita per analizzare la situazione della tua azienda o di un’azienda del quale ti stai occupando, semplicemente compilando il form che trovi al seguente link:

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E non perdere questa grande occasione di formazione gratuita!

Buona Visione!

Scambiare casa o il proprio divano per andare in vacanza senza costi di alloggi. Quando la crisi aguzza l’ingegno

Dalla Dott. Esmeralda Trogu, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Oristano, nuove e particolari idee per affrontare la crisi!

Per le vostre prossime vacanze, niente hotel e neppure villaggi turistici: si dorme in casa altrui. Sarà per via della crisi che aguzza l’ingegno, sarà per i nuovi stili di vita meno ingessati, ma l’iniziativa di scambiarsi la casa per le vacanze, inizia ad interessare sempre più persone, anche in Italia.

Il sistema di scambio-case (‘swap house’), che permette di risparmiare almeno sull’alloggio, è già attivo in 80 Paesi del mondo e le adesioni aumentano ogni anno.

Ovviamente bisogna possedere un appartamento. Scambiarsi la casa è diventato un fenomeno diffuso grazie ad internet. Si può mettere in rete semplicemente un annuncio, oppure iscriversi a portali specializzati dello scambio casa.

Si inseriscono informazioni e fotografie su un database ed è fatta. La garanzia di qualità è data dalle stesse persone che ‘testano’ gli appartamenti e che inseriscono i commenti nei forum dei siti. Quindi, nessuna sorpresa all’arrivo e neppure al rientro a casa. Eventualmente si può stipulare un’assicurazione che costa circa 30 euro. Pertanto, se avete un appartamento a Roma, potete inserire l’annuncio e scambiarlo con un altro utente iscritto che vi offre, magari, la sua casa a Miami. Poche le regole base da rispettare anche se importantissime: innanzitutto la chiarezza su quante persone alloggeranno, se ci sono bambini o animali, e poi per accogliere i nuovi inquilini, valgono le regole in generale dell’ospitalità: fate trovare un ambiente pulito e in ordine che, soprattutto, risponda alla descrizione.

Chi non avesse a disposizione un intero appartamento, può accontentarsi di cedere (e quindi avere in cambio) il divano del proprio salotto. Il sito di riferimento nel mondo è couchsurfing.org che contiene un elenco delle persone che mettono a disposizione il proprio sofà, per essere ricambiate in caso di necessità.

E se anche tu hai bisogno di professionisti di valore assoluto per una consulenza privata, per analizzare lo stato della tua azienda, per trovare una soluzione alla crisi o semplicemente migliorarne il controllo e la gestione o, ancora, per cercare di aumentare i tuoi clienti, contatta GRATIS subito il team di professionisti più grande d’Italia, vai su http://www.imprenditoreitaliano.it/consulenze-gratis/

Rassegna stampa da ‘Il Sole 24Ore’ del 14 Novembre 2014

Stralcio stampa de ‘Il Sole 24Ore’ di 14 Novembre 2014 a cura del dott. Emilio Della Penna, referente per la zona di Napoli del network www.consulentiaziendaliditalia.it

Per continuare a leggere clicca al seguente link: Rassegna stampa sole 24__14.11.2014

E se hai bisogno di professionisti di valore assoluto per una consulenza privata, per analizzare lo stato della tua azienda, per trovare una soluzione alla crisi o semplicemente migliorarne il controllo e la gestione o, ancora, per cercare di aumentare i tuoi clienti, contatta GRATIS subito il team di professionisti più grande d’Italia, vai su http://www.imprenditoreitaliano.it/consulenze-gratis/

Dal WCOA di Roma Kusterer sostiene l’ integrated reporting come attività vitale per l’impresa.

Le parole di Thomas Kusterer ieri al WCOA di Roma: ‘Integrated thinking approach includes resources and relationships vital to company’s long term viability’

L’approccio integrato all’analisi, alla raccolta e alla sistemazione delle informazioni aziendali è alla base dell’Integrated Reporting.

Questo conferma ciò che il sottoscritto e tutti i membri del network www.consulentiaziendaliditalia.it da tempo sosteniamo, all’impresa e all’imprenditore serve un NUOVO COMMERCIALISTA, che sia consulente aziendale e che li guidi in questa direzione, non un commercialista contabile e fiscale che porti lui solo F24 e tasse da pagare!

Con il servizio Cruscotto di Controllo Aziendale l’imprenditore ha una figura professionale ed altamente qualificata nell’analisi dei dati aziendali strategici, che sia di supporto e lo consigli nelle strategie da affrontare. (la descrizione del servizio la trovi su www.ilnuovocommercialista.it)

Un servizio che qualsiasi commercialista può offrire ai suoi clienti entrando a far parte del nostro network www.consulentiaziendaliditalia.it

L’adesione è GRATUITA, richiedi tutte le info su come far parte del network di consulenti più grande d’Italia su www.ilnuovocommercialista.it

Lettera aperta al Presidente CNDCEC Dott. Longobardi sul rilancio della professione del COMMERCIALISTA

Tornare a VALORIZZARE L’IMPRENDITORE E L’IMPRESA in virtù delle capacità interdisciplinari di ogni COMMERCIALISTA e soprattutto della valenza sociale della nostra professione, non limitandosi al solo ambito politico – legislativo.

E’ quello che affermo insieme al network www.consulentiaziendaliditalia.it nella mia lettera aperta al PRESIDENTE CNDCEC Dott. GERARDO LONGOBARDI, con la speranza di poter essere d’aiuto e contribuire attivamente al rilancio della nostra Professione. Puoi leggerla interamente cliccando al seguente link: https://consulentiaziendaliditalia.it/…/LETTERA-al-PRESI…

E se condividi pienamente quanto contenuto nella lettera ti invito a sottoscriverla mettendo ‘mi piace’ o ‘condividendola’ qui su Facebook in segno di approvazione. In questo modo vogliamo dare A TUTTI I COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI D’ITALIA la possibilità di FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE!

‘Caro Presidente,

sono Simone Brancozzi, collega appartenente all’Ordine della provincia di Fermo, nella quale vivo ed opero ormai da molti anni.
Scrivo questa lettera, in riferimento alla tua del 19 settembre scorso e in riferimento al programma di mandato della tua lista Insieme per la Professione.

Apprezzo sommamente la determinazione e l’impegno che dimostri, per ridonare autorevolezza alla nostra Professione, in un momento di forte crisi, sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista lavorativo.

Mi permetto, dunque, con la presente, di esporre la vision del network di colleghi, cui appartengo, con la speranza di poter essere d’aiuto e contribuire attivamente al rilancio della nostra Professione.

Da 3 anni, sono referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it, da me fondato e costituito da colleghi provenienti da tutta Italia (troverai la nostra mission declinata all’interno del sito). Non si tratta di un Network di Categoria, come quello di cui si parla nel programma Insieme per la professione (par. 1.2, p. 3); è piuttosto un network professionale, costituito sia da commercialisti, sia da altri professionisti.

Il nostro Network si basa su due idee fondamentali: da un lato, la promozione della cooperazione fra colleghi e altre figure professionali; dall’altro, l’ampliamento delle competenze, al fine di superare la crisi e di rilanciare sul mercato la figura del dottore commercialista AZIENDALISTA – NON SOLO FISCALISTA -, per sfruttare a pieno tutte le nostre potenzialità, che sovente restano inespresse.

Io sono profondamente convinto che la nostra Professione ha delle peculiarità, che la rendono diversa dalle altre. Non esiste, infatti, nessun’altra attività lavorativa, che si trova a dover intrecciare, così tante competenze e discipline.

Il commercialista è costretto già sempre alla transdisciplinarietà, per sua stessa natura. Non bisogna, infatti, considerare ciascuna specializzazione professionale come un hortus conclusus, in cui operare vita natural durante; ma come il nodo di una rete, in cui i saperi specialistici entrano in relazione fra loro.

Se effettuassimo una mappatura delle competenze di noi commercialisti, vedremmo una realtà straordinariamente ampia e composita. Ne faccio un rapido elenco, sicuramente incompleto: economia aziendale, contabilità, controllo di gestione, pianificazione strategica, redazione di business plan, redazione di piani di ristrutturazione, gestioni straordinarie (assistenza del cliente in scissione, affitto, cessione, trasformazione, fusione e liquidazione d’azienda), procedure concorsuali (concordati preventivi, curatela, perizie per conto del tribunale, etc.), statistica, matematica finanziaria, assicurazioni, materia previdenziale, contenzioso tributario e civile, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto bancario, diritto tributario, diritto civile, diritto penale, privato e pubblico, diritto internazionale, prassi doganale, trasporti, marketing, organizzazione aziendale, secretazione e sistemazione dei patrimoni familiari, passaggio generazionale, internazionalizzazione, analisi delle anomalie bancarie, analisi di bilancio, assistenza del cliente nell’accensione di finanziamenti e nel reperimento di fonti di finanziamento, assistenza dei clienti per attingere provvidenze, fondi strutturali, comunitari o nazionali, revisione contabile privata o presso enti pubblici, arbitraggio delle forme giuridiche migliori sia in contrattualistica che in società, consulenza finanziaria indipendente, etc.

Le nostre competenze, secondo il punto di vista mio e del network, aprono per la nostra Professione – già da ora – un mercato sconfinato, che va ben al di là dell’esercizio della contabilità e della consulenza strettamente fiscale.

Se è giusto l’impegno a far valere le nostre competenze nei processi decisionali della politica (cito la tua del 19 settembre scorso), è altrettanto importante non limitarsi al solo ambito politico – legislativo.

Noi non abbiamo bisogno di incoraggiare la ratificazione di leggi, che riconoscano il ruolo della nostra Professione; noi non abbiamo bisogno di esercitare qualunque tipo di pressione presso gli organi legislativi, affinché impongano attribuzioni per legge; noi non possiamo lavorare, perché il sistema legislativo obbliga i cittadini ad avere bisogno della nostra figura professionale.

Ciò comporta non solo un logoramento del rapporto con i nostri clienti (agli occhi dei quali stiamo perdendo valore anzi agli occhi dei clienti noi stiamo diventando dei “NEMICI”), ma anche una fissità professionale, che ci impedisce di recepire i cambiamenti e gli stimoli che provengono dal mercato.

E noi del network, sentiamo di doverci rivolgere proprio al mercato!
Consideriamo centrale, infatti, la valorizzazione dell’imprenditore e dell’impresa, in virtù delle competenze che ho elencato poc’anzi e – soprattutto – in virtù della valenza sociale della nostra professione. Il commercialista, infatti, è l’unica figura professionale che può e sa porsi a presidio dell’integrità aziendale.

Mai come in questo momento, l’impresa ha bisogno di noi commercialisti, ma non per quello che si potrebbe d’acchito pensare. Non ha bisogno di un professionista votato agli adempimenti, che si occupi soltanto di conti, dati di bilancio e contabilità. L’impresa necessita di una figura consulenziale a tutto tondo, che possa coadiuvare l’imprenditore nella gestione complessiva dei processi aziendali.

Ciascuna delle competenze sopra elencate può trasformarsi in un servizio essenziale per l’impresa: controllo di gestione, attività di marketing e web marketing, ampliamento del mercato, gestione delle situazioni di crisi, internazionalizzazione, consulenza finanziaria, etc.

E qual è la figura consulenziale che può incontrare l’impresa, in queste sue nuove – eppur vecchie – esigenze?
Naturalmente, il commercialista.

Le mie parole non dovrebbero stupire nessun collega, perché la nostra Professione nasce con questa vocazione. Il commercialista è stato da sempre un consulente aziendale a tutto tondo, che ha affiancato costantemente l’imprenditore in tutti i settori della gestione d’impresa.

La consulenza aziendale è la professione naturale del commercialista; professione che però è stata deviata dall’infausta riforma tributaria del 1972, la quale ha imposto la necessità del fiscalista.

Noi abbiamo deviato dal nostro naturale sapere, cavalcando l’onda del fiscalismo. Così facendo, abbiamo abbandonato molte nostre attribuzioni naturali, allontanandoci sempre di più dall’imprenditore e dall’azienda. Ciò ha fatto sì che attività di nostra esclusiva pertinenza diventassero appannaggio di altre figure professionali, non dotate delle nostre stesse competenze. Penso ad esempio al marketing (disciplina di esclusiva pertinenza del dottore commercialista), al controllo di gestione o alla organizzazione aziendale.

La mappa strategica del network che rappresento affonda le sue radici in un humus fatto di valori, fra i quali spicca proprio la cura dell’integrità aziendale.
Il commercialista ricoprirebbe una figura di grande importanza sociale, politica ed economica, qualora fosse riconosciuto pienamente il suo status di custode dell’integrità aziendale.
Dalla salute delle nostre imprese, infatti, dipende in larga misura la salute ed il benessere dello Stato, dal punto di vista finanziario, sociale, economico e politico.

Secondo la nostra opinione, nel terzo millennio, il Consiglio Nazionale dovrebbe promuovere una ri-forma della figura del commercialista, affinché diventi «più votato alla consulenza aziendale, meno impegnato negli adempimenti, con un obiettivo secondo noi lecito e perseguibile: massimizzare le attività e portare più profitti a casa». Così ha affermato il dott. Raffaele Marcello, presidente del CNPR, in un’intervista durante il Congresso Nazionale dell’UNAGRACO, tenutosi a Bari il 4 e 5 ottobre 2012. Il tema era appunto “IL COMMERCIALISTA CHE VERRÀ”.
Sulla questione segnalo anche la mia intervista al giornalista RAI Alberto Pancrazi sul suo blog La Forza di Cambiare visibile a questo link: http://laforzadicambiare.it/…/il-ritorno-al-futuro-di-simo…/

Cosa fare, dunque, per proporre una nuova figura di commercialista, interamente dedicato alla consulenza aziendale?
In primis, riteniamo che si debba ripartire da noi stessi. Tutti noi colleghi, supportati dal Consiglio Nazionale, dovremmo dedicare più risorse alla nostra auto-valorizzazione.

È essenziale curare la formazione e l’approfondimento, per acquisire nuove competenze e raggiungere nuove specializzazioni, ciascuno secondo le proprie inclinazioni personali.

Nel Programma Insieme per la Professione, al paragrafo 2.2, si parla giustamente della necessità di promuovere una formazione continua e, in particolar modo, di dare corpo ad una «formazione che formi, piuttosto che una formazione che informi». Sono due verità sacrosante, ma non vanno a toccare il ganglio vitale della questione.

Oggi la formazione è praticamente tutta incentrata su tematiche fiscali e adempimenti legislativi. Ciò è normale se si assume che il core business della nostra professione sia costituito dalla «revisione legale dei conti […] e [dal]la consulenza aziendale specie in materia di contabilità e bilanci delle imprese (Insieme per la Professione, par. 2.5, p. 18)».

La formazione fiscale è un argomento importante, ma non può restare l’unico. Il Consiglio Nazionale dovrebbe promuovere una formazione di tipo transdisciplinare, volta all’approfondimento di discipline come il marketing, il web marketing, la consulenza finanziaria indipendente, le discipline legate alla ristrutturazione aziendale ed al controllo di gestione.

Tutte queste assecondano la naturale vocazione del commercialista e si inseriscono perfettamente nelle tendenze del mercato, cui non possiamo non volgere un occhio attento e critico.

Dedichiamo ancora troppo tempo a discutere di adempimenti, quando esistono già software e robot capaci di sostituire l’uomo in queste funzioni, con una potenza, una velocità e una precisione inaudita.

Allo stesso tempo, dobbiamo ricuperare fette di mercato che ci sono state usurpate da altre figure professionali, mentre eravamo troppo assorbiti dalla contabilità. Pensiamo al marketing, gestito da copywriter, grafici e webmaster, i cui percorsi formativi non comprendono minimamente lo studio dell’economia aziendale. Fra l’altro, gli studenti delle facoltà di economia e commercio sono gli unici che hanno il marketing, quale materia di studio nel loro corso universitario.

L’altro limite della nostra formazione, riguarda la qualità degli esperti chiamati come relatori e docenti.

Oggi, infatti, un collega che volesse organizzare, anche per scelta economica, un evento formativo destinato a propri colleghi, troverebbe enormi ostacoli, specialmente di natura burocratica; la qual cosa non accade a membri esterni alla nostra Categoria, che spesso fanno della formazione destinata ai commercialisti il loro core business.

Ma come? Ostacoliamo i colleghi che vogliono fare formazione e permettiamo a perfetti “sconosciuti” di costruire fiorenti business sulla nostra FPC?

Ciò è sconcertante, anche perché ci sono colleghi con specializzazioni eccellenti, che potrebbero contribuire in modo ineguagliabile alla formazione di noi tutti.

Dobbiamo imparare ad usare meglio le risorse interne, quando hanno un grandissimo valore e possono essere d’aiuto per la crescita di tutta la Categoria.

Questo è uno dei punti essenziali su cui è basato il network di cui sono referente: al suo interno, ciascun affiliato deve mettere le proprie capacità a disposizione degli altri, per il benessere di tutti.

Noi del network abbiamo promosso più volte eventi formativi GRATUITI rivolti a colleghi, su temi aziendalistici, ma molti Ordini locali ne hanno rifiutato l’accreditamento. Al contrario, gli Ordini degli Avvocati si sono sempre dimostrati molto interessati ai nostri temi.
Ci ritroviamo, quindi, in una situazione paradossale: gli Ordini dei Commercialisti rifiutano con motivazioni spesso sconcertanti i nostri eventi formativi, che invece sono massimamente apprezzati dagli Ordini Forensi.

Quanto guadagneremmo in termini di saperi e di profitto, se favorissimo la divulgazione delle competenze fra colleghi, attraverso convegni, gruppi di discussione, tavole rotonde, workshop, etc., anche nei casi in cui siano spontaneamente organizzati dai singoli colleghi?

Ecco, dunque tre misure, che secondo noi andrebbero adottate subito:
1. Promuovere la formazione su temi di tipo aziendalistico, coinvolgendo gli imprenditori e le loro Associazioni;
2. Non ostacolare, ma favorire in ogni modo, i colleghi che vogliono promuovere eventi di formazione in maniera autonoma (so per certo, perché capita continuamente a membri del nostro network, che presso alcuni Ordini c’è il divieto assoluto di patrocinare e accreditare eventi organizzati da colleghi, neppure quando sono GRATUITI!);
3. Promuovere l’utilizzo massivo dei Social Media, per rilanciare l’autorevolezza della nostra professione, aiutando i colleghi a migliorare la loro riputazione, attraverso i canali online.

Noi del network ci poniamo a completa disposizione degli Organi di Direzione della Nostra Categoria, per INCENTIVARE e coadiuvare un’auspicabile e radicale evoluzione della nostra professione, in vista del futuro.

Oggi come non mai, abbiamo bisogno di tutto il supporto del Consiglio Nazionale.

Ringraziandoti per l’attenzione e restando a tua completa disposizione per ogni eventuale e ulteriore chiarimento, porgo i miei più vivi saluti,

Simone Brancozzi,
fondatore e referente del network
www.consulentiaziendaliditalia.it’

Rassegna stampa da ‘Il Sole 24Ore’ del 11 Novembre 2014

Stralcio stampa de ‘Il Sole 24Ore’ di 11 Novembre 2014 a cura del dott. Emilio Della Penna, referente per la zona di Napoli del network www.consulentiaziendaliditalia.it

Per continuare a leggere clicca al seguente link: Rassegna stampa sole 24__11.11.2014

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ANATOCISMO – ALTRE TRE SENTENZE DI CONDANNA!!!

Dall’Avv. Francesco Cacciola, esperto di diritto bancario e analisi delle anomalie bancarie, collaboratore di altissimo livello all’interno del nostro network www.consulentiaziendaliditalia.it, un nuovo contributo in tema di anatocismo bancario.

Sia la Corte di Appello di Campobasso che il Tribunale di Isernia hanno condannato tre importanti istituti di credito, con sentenze depositate rispettivamente il 30/09/14, il 14/10/14 ed il 27/10/14 per l’applicazione di interessi anatocistici.

Ciò vale per tutti i conti correnti accesi prima del 2000.
Anche per quelli attualmente chiusi.
L’unico limite è la PRESCRIZIONE: 10 anni dalla chiusura del conto.

Per i conti aperti dopo il 2000, è intervenuta la Delibera CICR a legittimare tale pratica illegittima per cui non è possibile recuperare gli interessi anatocistici.

Ci sono però numerosi altri vizi da rilevare quali ad esempio:

– violazione ius variandi
– cms illegittime
– interessi usurai
– spese illegittime non pattuite
– capitalizzazione degli interessi usurai, cms illegittima e altre spese illegittima ecc…

N.B. Gli effetti della capitalizzazione sono SORPRENDENTI!!!

Gli obiettivi perseguibili con tale azione sono:

– bloccare la banca e prendere tempo
– recuperare le somme indebitamente percepite dalla banca
– diminuire la propria posizione debitoria
– difendere i fideiussori anche in caso di fallimento della società
– chiudere la posizione a saldo e stralcio ecc…

LATINA – ASTA BLOCCATA PER USURA BANCARIA

La Procura di Latina ha deciso di bloccare la messa all’asta delle proprietà della “Brilli Primo”, fallita nel 2000, per usura bancaria sospetta da parte di Unicredit, promotrice dell’asta.

L’istanza di sospensione presentata dagli ex titolari della ditta di costruzioni “Brilli Primo” è stata accolta dal Procuratore aggiunto Nunzia d’Elia per verificare l’eventuale applicazione di tassi usurari.

Nel 2000 l’azienda aveva dovuto dichiarare fallimento causa debiti contratti con le banche per un ammontare di 38 miliardi di lire.
Le banche, sin da subito, hanno agito per recuperare i loro presunti crediti.

Ma nel 2011 vengono rilevati tassi usurari applicati dagli istituti
bancari (Unicredit ex Banca di Roma, Banca Nazionale del lavoro e Banca popolare d’Aprilia).

Il consulente tecnico ha rilevato usura per circa 370’000 euro.

Il PM, d’Elia ha ritenuto le accuse fondate (basandosi sulla perizia tecnica che ha rilevato tassi usurari) e ora si sta procedendo alla verifica del reato di usura bancaria.

“Il magistrato poi, applicando l’articolo 20, della legge 44 del 1999, Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive e dell’usura bancaria, ha sospeso per 300 giorni la vendita dei beni e tutti gli adempimenti legati alla procedura esecutiva”.

Se pensi anche tu di essere in situazioni simili con il tuo mutuo e se sospetti che la banca abbia applicato tassi usurari sul tuo contratto di conto corrente, puoi avere una prima consulenza totalmente gratuita con il network di www.consulentiaziendaliditalia.it, per analizzare la situazione della tua azienda ed individuare la strada migliore da intraprendere.

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FATTURA ELETTRONICA PA – NOTIFICA DECORRENZA TERMINI

Dal Dott. Ugo Marino Bianchi, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la Provincia di Firenze, nuove preziose informazioni sull’invio della Fattura Elettornica per la Pubblica Amministrazione.

Il Sistema di Interscambio (SDI) è un sistema nato per recapitare le fatture elettroniche sotto forma di file .xml alle amministrazioni destinatarie.

L’emittente provvede ad inviare al sistema SDI la fattura, il quale a sua volta, provvede ad effettuare dei controlli formali sul files .xml e, successivamente, recapita la fattura alla Pa destinataria.

Può accadere che l’amministrazione destinataria non sia ancora organizzata per la gestione della fattura elettronica e non accetti il file inviatole.

Normalmente infatti l’SDI tenta di recapitare automaticamente per 10/15 giorni la fattura alla PA. In caso di mancato recapito della fattura, il sistema produce una notifica di Decorrenza Termini che equivale ad una attestazione di avvenuta trasmissione con impossibilità di recapito.

Il sistema in questo caso produrrà un messaggio del tipo ” Il processo di gestione del file ITxxxxxxxxxxxxxxxx_00001.xml.p7m, con identificativo 1111111 si ritiene concluso per decorrenza dei termini previsti per la notifica dell’esito da parte dell’amministrazione destinataria. In allegato la notifica di decorrenza termini”

Cosa fare in questi casi?

Certamente la fattura va considerata emessa. L’amministrazione interessata può essere invitata a risolvere il problema e, con ulteriore mancato recapito, il caso è segnalato agli enti di controllo preposti affinchè l’amministrazione prenda provvedimenti.

L’emittente potrebbe, in questo caso provare a inviare la fattura al destinatario tramite altri canali come, per esempio, l’email

Quindi in pratica si consigliamo di rinviare il file al sistema SDI, cambiando solo il nome dello stesso per la parte inerente in numero lotto (ITxxxxxxxxxxxxxxxx_00002.xml invece di ITxxxxxxxxxxxxxxxx_00001.xml) ri-firmarlo ed inviare nuovamente per pec.

Se il sistema SDI non riuscirà nuovamente a recapitare il file, contattare l’amministrazione per definire modalità differenti di recapito della fattura es. via mail.

Rassegna stampa da ‘Il Sole 24Ore’ del 07 Novembre 2014

Stralcio stampa de ‘Il Sole 24Ore’ di 07 Novembre 2014 a cura del dott. Emilio Della Penna, referente per la zona di Napoli del network www.consulentiaziendaliditalia.it

Per continuare a leggere clicca al seguente link: Rassegna stampa sole 24__07.11.2014

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